Le ferite dei chiodi e il costato aperto - Metti qui il dito! |
Sabato 15 Aprile 2023 20:51 |
“L’invito a toccare le ferite arriva anche a noi oggi. Siamo chiamati perciò a fissare lo sguardo su queste piaghe. Cosa sono queste ferite da toccare? Cosa rappresentano? Sono segno del prezzo dell’amore. L’amore per l’uomo ha un prezzo, e Dio lo ha pagato. Ogni amore ha un prezzo. La volontà di Dio non era quella di far morire il proprio Figlio, ma di consegnarsi completamente nelle mani dell’uomo… Le ferite di Gesù sono il segno della fedeltà di Dio: nonostante l’amore di Dio sia stato ferito, Lui è disposto a ricominciare, a ricostruire un’alleanza con l’uomo; e per far questo riparte proprio dalle ferite che l’uomo gli ha procurato. Il fatto che Gesù vada incontro ai discepoli e mostri loro le piaghe delle mani e del fianco, fino ad invitare Tommaso a mettere il dito nel costato trafitto, riporta i discepoli al desiderio di Dio di ripartire nell’amicizia con l’uomo che lo aveva abbandonato. Le ferite del Risorto dicono la disponibilità di Dio a ricominciare. Dalle ferite di Gesù può nascere una nuova comunione con l’uomo. Le ferite di Gesù diventano segno di colui che non risponde con violenza alla violenza, ma la assorbe e la trasforma in vita nuova: la vita del Risorto. Le ferite di Gesù sono anche un invito a ridare continuamente fiducia a chi ci ha tradito e fatto del male. Domandandogli di mettere la mano nel suo costato, il Signore incoraggia Tommaso a guardare gli altri dal cuore di Dio. Il costato trafitto di Gesù è l’ingresso nel cuore di Dio: da lì noi siamo chiamati a guardare le persone e le loro fragilità . La ferita del costato trafitto è dunque la feritoia da cui guardare gli altri. Vedendo il buono che possono compiere, piuttosto che il male che hanno fatto. L’incontro con il Risorto fa ripartire la fraternità , la comunione tra i discepoli. La comunione, la fraternità tra noi diventano quindi testimonianza del Risorto. Se guardata dalla feritoia del costato trafitto di Gesù, anche la fragilità sperimentata - che insidia la comunione - diventa condizione per una comunione più autentica e vera. Veniamo riportati alla consapevolezza di essere una comunità di peccatori perdonati. Le ferite del Risorto ci ricordano che non c’è comunione senza sacrificio. Ci ricordano il prezzo dell’amore. L’amore per l’uomo ha un prezzo e Dio lo ha pagato. Quale prezzo sono disposto/a a pagare per essere un uomo o una donna di comunione? Talvolta il prezzo consisterà in una pazienza tenace, nel continuare a raccogliere e a invitare la gente attorno all’altare del Signore, per fare memoria di Gesù. Altre volte sarà l’umiltà di fare il primo passo per andare a cercare qualcuno che è lontano o che si è smarrito nel cammino della vita. Oppure si tratterà di far tacere le proprie convinzioni per ascoltare fino in fondo il pensiero altrui, per cercare di comprenderlo. Talvolta pagheremo la fatica di perdonare in silenzio, portando le fragilità e le pigrizie degli altriâ€. (don Davide) |