fedeli della Comunità pastorale tutta, vi scrivo nel giorno in cui il nostro Vescovo Mario ha dato inizio in Duomo al nuovo anno pastorale.
La nuova lettera pastorale è già disponibile e sarebbe proprio bello che ogni famiglia abbia in casa la sua, per leggerla e meditarla in questo mese di settembre.
Il Vescovo ha precisato che in realtà questa lettera è una “proposta pastorale†che va rielaborata nelle nostre Comunità , e non dura solo un anno: dovrebbe infatti suscitare processi pastorali e riflessioni che guidino le iniziative dei prossimi anni, tenendo conto che “VIVIAMO DI UNA VITA RICEVUTAâ€, che la vita nelle sue varie fasi in cui si esprime è un dono, che viene da Dio e dal concorso di tante persone che ci hanno amato, accompagnato, aiutalo a crescere.
Il Vescovo dopo il primo capitoletto di sei pagine, invita a riflettere sui temi specifici della vita di un credente: l’educazione affettiva, la fedeltà come compimento dell’amore, il dono della vita che nasce, la dignità del lavoro per uomini e donne, la costruzione di sentire di pace e di dialogo, infine la vita dei nonni e la fragilità .
Il Vescovo e insieme a lui tutte le Comunità Cristiane hanno qualcosa da dire al mondo circa queste tematiche che vedono il fondo la VITA come risposta a una VOCAZIONE.
don Sergio |
Carissimi,
questa è l’ultima volta che mi rivolgo a voi come Responsabile della Comunità Pastorale, prima di andare a Parabiago per il mio nuovo servizio “da preteâ€.
Dal prossimo foglietto avrete la gioia di leggere quanto don Sergio vuole donarvi.
don Giorgio
Entrando in Parabiago, sul cartello d’ingresso c’è scritto: “città della calzaturaâ€.
Le scarpe si mettono ai piedi, e servono per camminare,
le scarpe permettono di camminare bene e in modo spedito.
Camminare… quello che GESÙ Risorto fa accanto a noi, come ci ricordano i due Discepoli di Emmaus a cui è intitolata la nostra Comunità Pastorale di Solaro e Brollo. Gesù è presente oggi tra noi, è stato accanto a noi in questi anni con la sua Parola che “riscalda il cuore†e con lo “spezzare il paneâ€, Eucarestia che “apre gli occhi†e smuove ad essere “Chiesa in uscitaâ€. Quanta luce, stupore, gioia, entusiasmo… abbiamo potuto gustare e comunicarci nei tanti momenti vissuti in questi 13 anni.
Gesù, rimani sempre accanto a noi.
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Camminare… è quanto abbiamo fatto INSIEME, gente e famiglie di Solaro e Brollo, come Preti, Ausiliarie Diocesane, Laici tutti. Anche noi come Cléopa e il suo amico che andavano ad Emmaus abbiamo condiviso speranze e dubbi, gioie e fatiche, giorni di festa e tempi bui, lutti e consolazione… ma nel nome di Gesù abbiamo tutto “con-divisoâ€, l’abbiamo fatto insieme, come fratelli e sorelle nel nome di Gesù, cercando di essere Comunità cristiane che lodano e ringraziano il loro Signore. È stato bello essere in comunione e vivere in fraternità … vedendo tanta generosità in molti.
Gesù, grazie che ci hai tenuti uniti a Te e tra noi.
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Camminare… due scarpe che facilitano, due piedi che si accompagnano… due Parrocchie che collaborano… Quanti volti, quanti bambini, ragazzi e giovani; quanti fidanzati e sposi, famiglie e genitori, adulti e anziani, malati e bisognosi… cercando di non dimenticare nessuno e nessuno lasciare indietro. Quanta COLLABORAZIONE da parte di tanti impegnati a servire con impegno: dalla Catechesi alla Liturgia, dalla Caritas alle Feste, dall’Oratorio al Volontariato manuale, dal Coordinamento Pastorale ai Consigli Affari Economici… portando nel cuore tutte le famiglie di Solaro e Brollo. In questi anni abbiamo cercato non solo di starci accanto, ma di “darci una manoâ€: questo è Vangelo, questo è Chiesa, questo è missione, questo è sperare.
Gesù, metti in noi il “fuoco†della tua carità .
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Camminare… adesso lo faremo in città o in paese e su STRADE DIVERSE, ma sempre uniti a Gesù e nella Chiesa, sempre pronti a sentirci e a vivere “di Cristoâ€, da fratelli e sorelle, collaborando per il bene di tutti e offrendo sempre affetto e cura.
Gesù, se camminiamo come “vagabondi dagli occhi spalancati,
sempre incontreremo Te†|
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Carissimi parrocchiani di Solaro e Villaggio Brollo, |
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Carissimi parrocchiani di Solaro e Villaggio Brollo,sono di ritorno da una settimana di Esercizi spirituali vissuta a Pasturo (Lc) con tanti confratelli sacerdoti, che come me cambiano parrocchia e su mandato del nostro Vescovo Mario Delpini sono inseriti nel cammino che già da tempo il Signore sta compiendo con voi, come singoli o come famiglie, come Comunità parrocchiale o come Comunità pastorale … insieme. Il Signore vi benedica, e sia per tutti voi fonte di continua gioia, e motivo di continua conversione, perché la nostra vita parli di Lui, perché i nostri gesti anche molto quotidiani facciamo fare sempre memoria dei gesti e degli atteggiamenti del Signore, che dà vita alla sua Chiesa. Vi saluto con l’augurio del grande San Paolo: “Caritas Christi urget nosâ€, cioè “la carità di Cristo ci spinge!â€.Il vostro nuovo parroco don Sergio Tomasello
FRATELLI, INSIEME«Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal 133,1). Il Salmo 133 è il penultimo dei cosiddetti “Salmi delle ascensioni†(Sal 120-134), quindici canti raccolti per accompagnare il cammino del pellegrino che sale verso il tempio di Gerusalemme. Anche noi, come Comunità Pastorale,come ogni uomo, ci sentiamo in viaggio. Lungo la via ci è dato di salutare chi ha condiviso con noi un tratto di strada, e di accogliere nuovi compagni con cuiproseguire il nostro itinerario, certi della Meta (che è anche l’origine): Gesù Cristo. In Lui ci scopriamo fratelli, e gustiamo la bellezza e la dolcezza di vivere insieme.Grazie, Signore Gesù, perché in questi tredici anni abbiamo potuto camminare con don Giorgio, che ci ha indicato la Tua presenza accanto a noi, viandanti, nelle gioie e nelle fatiche dello stare insieme.Grazie, Signore Gesù, perché con don Sergio poni ancora sul nostro cammino un testimone del Tuo amore per noi. Fa’ che insieme, da fratelli, possiamo continuare a vivere nella fede, nella speranza, nella carità .Il Coordinamento Pastorale Unitario |
Tempo di “traslochi pastorali†|
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Il cambio del Responsabile della Comunità Pastorale (da don Giorgio a don Sergio) fa sorgere domande: ecco quanto l’Arcivescovo di Oristano suggerisce.
È necessario considerare il bene del presbitero coinvolto nel trasferimento… Il dialogo con le persone interessate è di grande importanza per conoscere sia le difficoltà oggettive sia le potenzialità , ma anche per sollecitare e stimolare l’apertura al cambiamento che il trasferimento necessariamente riserva e chiede. A questo proposito sento il dovere di ringraziare i sacerdoti che mi hanno offerto la loro disponibilità , seppure consapevoli che il cambiamento rappresenta una certa fatica e non è mai semplice, in quanto chiude un tratto di cammino ed è perciò necessario rimodulare le relazioni interpersonali e, seppure permangano affetti e amicizie, il trasferimento in un’altra comunità parrocchiale implica dare il giusto spazio al nuovo parroco che arriva e, con delicatezza e sensibilità , farsi da parte per  permettere al confratello che inizi il servizio ministeriale, in dialogo con la nuova comunità …
È da tener in conto è il bene spirituale della comunità parrocchiale. La comunità non può mai subire la costruzione del cammino pastorale, deve invece sempre essere attiva nell’edificazione della parrocchia, mettendo a disposizione i talenti e i carismi nella realizzazione del progetto pastorale. I fedeli hanno, di solito, consapevolezza che l’essenziale è la fedeltà al Signore e il rapporto con Lui, che bisogna tradurre nella quotidiana e coerente testimonianza evangelica; e non di meno attendono, con emozione, un presbitero che raduni il popolo di Dio soprattutto presiedendo, per loro e con loro, la santa Eucaristia, che li aiuti ad approfondire le parole di Gesù nel vangelo, che li esorti alla carità e che sappia creare comunione tra i membri della comunità . Siamo consapevoli che le comunità parrocchiali soffrono per la partenza di un sacerdote, specie se è stato tanti anni con loro e, all’inizio, possono vivere con una certa fatica l’accoglienza del nuovo parroco e, comunque, hanno bisogno di un certo tempo per entrare in dialogo col nuovo stile pastorale.
Per questo motivo esorto tutti, presbiteri e laici, a essere disponibili e accoglienti nel comprendere la situazione, a tutti chiedo di avere un atteggiamento di rispetto di quanto è stato fatto prima di loro, di esercitare l’accoglienza e aprirsi a nuove metodologie, sensibilità e percorsi pastorali. Chiedo a tutti di puntare all’essenziale della vita cristiana: l’incontro con il Signore e la carità da vivere tra fratelli e sorelle. Certamente il presbitero è un formatore della comunità , con la predicazione della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti, specie quelli dell’Eucaristia e della Riconciliazione, con l’esercizio del suo ministero di guida pastorale, ma deve anche rendersi docile allo Spirito Santo, il quale prima ancora che lui arrivasse, aveva già effuso i suoi doni e carismi in quella determinata comunità . Le singole storie vanno capite e assunte con amore, anche per poterle poi eventualmente correggere: è necessario disporsi a cogliere tutto ciò che c’è di buono, per valorizzarlo e farlo crescere. La comunità va esortata e spronata a camminare sulle strade indicate dalla Chiesa; mai dimenticando che prima di imporre cambiamenti, occorre convertire i cuori, aprendoli a nuove mentalità e prospettive. Diversamente i cambiamenti saranno sentiti come una imposizione o, peggio ancora, come una prevaricazione esercitata dal nuovo arrivato.
È da tener presente il bene dell’intera comunità diocesana… |
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